ciao a tutti quelli che passeranno di qui. Se avete dubbi, domande e curiosità non esitate a chiedere, magari commentando qualche post.

lunedì 2 maggio 2011

CAMINO INGLES - Giugno 2010 - Turisti a Santiago de Compostela

1 luglio 2010




Stanotte ho dormito bene e non mi sono mai svegliato forse non c’era più l’ansia o la voglia di mettersi in cammino. Mi dicono che ho russato, ma anche l’ospite del letto di sotto mi sembrava un treno. Oggi passeremo tutto il giorno a Santiago. Dopo aver fatto colazione troviamo una farmacia e cerchiamo qualcosa per il collo di Ele: l’idea sarebbe di trovare dei cerotti tipo quelli che vendono in Italia con rilascio graduale di antidolorifico, ma troviamo solo dei cerotti che sfregati dopo l’applicazione producono calore per otto ore. Col senno di poi possiamo dire che è stata una buona scelta e comunque oggi lo zaino resta in ostello.
Oggi per me è la tappa più dura del cammino: shopping in città.. ..AIUTO!!!!
Invece avvicinandoci al centro ci imbattiamo nel famoso mercato: dentro una vecchia struttura costruita con la pietra tipica compostelliana ci sono tanti negozietti e banchi di macelleria, pescheria, fruttivendoli, venditori di
pane, di formaggi, di souvenir, mentre all’esterno ci sono le contadine che hanno portato in città i prodotti della loro terra, donne che da noi si vedono solo nei filmati in bianco e nero, spesso vestite di nero col foulard nero in testa, con la pelle bruciata dal sole e le mani più grosse delle mie. Caratteristico anche il venditore di polpi che dopo averne bollito uno lo fa assaggiare ai passanti e i curiosi come noi e con le signore di Santiago che vanno da lui con il contenitore
della tapperware per portarlo a casa già pronto.
Il resto della giornata lo passiamo alla ricerca di conchiglie, ciondoli, magliette e altri gingilli per turisti da portare a casa. Facciamo ancora qualche foto in giro e verso le due del pomeriggio ci mettiamo in un bar a mangiare patatine fritte e pimientos del padròn, ahimè buonissimi quanto indigesti che ci hanno provocato qualche dolor. Per la cena è una bella lotta tra me che vorrei andare alla “pulperia Concheiros” vicino all’ostello, uno dei locali caratteristici consigliato da guide e da alcuni ospiti del Santosantiago e Ele che invece, dimentica del fatto che domani torniamo a casa, vorrebbe andare in un ristorante italiano. Anche stavolta faccio scegliere alla signora, ma cosa è certa: nei prossimi viaggi all’estero non entreremo più in un ristorante italiano, nemmeno per pisciare!
La fermata per l’aeroporto è a circa duecento metri dall’ostello, per cui oggi dormiamo un po’ più del solito e per la prima volta coi tappi per non rischiare.










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